Quanto contenuto a livello di informazioni in questa sezione è tratto da Wikipedia, motivo per il quale se volete approfondire l’argomento, dal momento che non intendiamo effettuare uno sterile “copia e incolla”, vi rimandiamo all’articolo originale.
Toru Fujisawa (o Tōru o Tohru) (Hokkaido, 12 gennaio 1967) è un autore di fumetti giapponese (mangaka) divenuto celebre grazie al manga Great Teacher Onizuka che ha venduto oltre 37 milioni di copie in tutto il mondo. Prima di GTO, Fujisawa ha creato nel 1990 Shonan Junai Gumi e Bad Company, due prequel della medesima serie. Nel 1998 ha vinto il 22° premio annuale del “Kodansha Manga Award” per il manga GTO. Altri manga di successo che ha scritto sono: Rose Hip Zero, Rose Hip Rose, Tokko, Kamen Teacher.
Tutte le opere di Fujisawa-sensei:
Lista di tutte le serie manga di Fujisawa | SelezionaVisualizza> |
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All’interno dell’edizione italiana del volume unico GTO Bad Company, è contenuta tra le pagine della storia un’intervista realizzata in esclusiva dalla Dynit che racconta gli esordi di Fujisawa da quando era uno studente sognatore fino a diventare un mangaka di successo. Illustra inoltre i rapporti che lui stesso ha con i personaggi della storia. È possibile consultarla aprendo lo spoiler sottostante.
Intervista a Toru Fujisawa | SelezionaVisualizza> |
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Giornalista: Qual è stato il motivo che l’ha spinta a disegnare fumetti?
Fujisawa: Sono venuto a Tokyo (il maestro è dell’Hokkaido) per diventare un animator [disegnatore di cartoni animati]. Mentre frequentavo l’istituto superiore che alla fine ho abbandonato decisi di vivere disegnando. Disegnavo sempre durante le lezioni, nonostante i rimproveri dei professori. Un giorno un professore mi sgridò e io risposi: “Bene, allora disegnerò a casa.” e me ne andai, e iniziai a fare come avevo detto *Ride*. E poi ero io stesso a decidere la data di consegna per la rivista pubblicata da un’ associazione, e dicevo a tutti : “La scadenza è vicina!” *Ride* Giornalista: La storia comune di un dilettante che vorrebbe somigliare a un professionista, no? Fujisawa: Un giorno, sul retro di una pagina della rivista “A” trovai un annuncio che diceva “cercasi animator”. Così scrissi e venni chiamato. Giornalista: Immaginava già che sarebbe andato tutto bene? Fujisawa: Lasciai tutto e mi trasferii a Tokio con 100 mila yen in tasca *Ride*. E quando mi presentai mi trovai di fronte un individuo che disegna una pellicola per un film. Così domandai “Posso disegnare anche io?” e lui “Non è possibile cominciare da qui. Per entrare da noi deve prima fare un corso, il cui costo per tre mesi è di 500.000 yen”. Ma io non avevo tutti quei soldi, e poi pensai che si trattasse di una truffa. Domandai “Se io diventassi un animator, più o meno quanto guadagnerei?” Mi rispose: “50.000 yen al mese. Lavorando anche di notte, forse fino a 80.000 yen…” Pensai di non poter vivere in quel modo, e me ne andai. Mentre frequentavo le scuole superiori, disegnavo manga per una rivista pubblicata da un’ associazione fondata con amici, e fu allora che decisi di occuparmi di fumetti. Giornalista: Quando ha deciso di disegnare fumetti, ha cominciato a presentare i suoi lavori in giro? Fujisawa: Se ne parlassi ci dilungheremmo troppo, meglio evitare. Giornalista: No. per favore, me ne parli. Fujisawa: In quel periodo lavoravo e dormivo in un panificio. Tagliavo i sandwich a Roppongi (Quartiere di Tokyo) (Ride). Il negozio era vicino ad un incrocio, e sembrava un bar. Gli stranieri entravano e io preparavo il caffè espresso (fa il gesto di chi prepara un caffè espresso) facendo così *Ride*. C’era una ragazza dove lavoravo io. Disegnava molto bene e mi incuriosiva parecchio. Prima di incontrarla leggevo fumetti comuni, ma grazie a lei, appassionata di Kamui Fujiwara, pensavo di non poter più disegnare dei manga qualunque, e cambiai genere. Poi lessi “Domu” di Katsuhiro Otomo , e ne rimasi colpito. Andò così. Non guadagnavo abbastanza per potermi mantenere, perciò lavoravo al panifico, ma così non avevo il tempo per disegnare. Allora cambiai lavoro e divenni addetto alla distribuzione a domicilio dei quotidiani. Di segnavo per la rivista pubblicata da un’associazione e portavo i miei fumetti in varie redazioni. A consegnare quotidiani si guadagna abbastanza bene, nonostante gli orari. Però il lavoro è faticoso. Un giorno mi presentai ad una redazione e il redattore mi disse: “Con questo stile non potrai mai diventare un mangaka”. Quel redattore fu così arrogante che non sono riuscito più a dimenticarlo *Ride*. Aggiunse: “Uffa, evita i disegni simili a quelli di Katsuhiro Otomo. Ormai ci sono troppe persone che disegnano così. Devi riprodurre lo stile di Tagami.” Io risposi: “Cosa? Parla di Yoshihisa Tagami?” e lui: “Sì, è cool!” Parlammo così Ride*. Io gli chiesi: “Mi faccia vedere un suo disegno”, e mi rispose: “Va bene. Dove l’ho messo? Eccolo! È Questo. Guarda pure!” Pensai che quel redattore fosse una persona importante. Mi stupì anche l’atmosfera particolare della redazione… *Ride* È solo una digressione, comunque due o tre anni fa un collaboratore di quella redazione venne a chiedermi Shonan Junai Gumi. Giornalista: Davvero? Perciò ricevette soddisfazione. Fujisawa: E quando me lo chiese, gli risposi: “Tanto tempo fa, mi rifiutaste in modo categorico.” Allora mi confidò che quell’individuo era stato cacciato *Ride*. Giornalista: Ahahah! Fujisawa: Divertente *Ride*! Così continuai a portare il mio lavoro alle redazioni, ma in quel periodo mi occupavo della rivista pubblicata da un’ associazione e provai a disegnare un fumetto porno. Fino a quel momento avevo disegnato solo in stile SF, ma cambiai tipo di disegno e mi esercitai un po’. Allora la redazione “H.M.” Della rivista porno mi telefonò e mi diede un’opportunità. Quello fu il mio debutto. Giornalista: Fu quella l’opera di esordio? Fujisawa: Pensai che andasse bene qualsiasi cosa *Ride*. Così, continuando a disegnare sono andato avanti. Giornalista: Perciò non si è mai fermato ed è diventato ciò che è adesso… Fujisawa: Feci progressi in quel settore. Giornalista: In quel settore? *Ride* Fujisawa: Arrivarono tante proposte in quel campo. Così pian piano… Giornalista: Perché ha cominciato a disegnare su una rivista per ragazzi? Fujisawa: In quel periodo disegnavo comunque manga di Mahjan [Manga specializzati che trattano del gioco cinese del Mah-Jong, in Giapponese chiamato MahJan] e dell’ orrore ma ad un certo punto mi sentii un fallito. Anche perché ero molto discontinuo. Per esempio, il primo mese ebbi il lavoro. Il secondo mese niente, e poi il terzo mese ricevetti tre commissioni… Magari per due mesi non avevo niente, e poi all’ improvviso mi ritrovavo con quattro lavori. Era come vivere all’ inferno. Così mi sentii un fallito e pensai di tornare a casa. Allora avevo 20 anni. Giornalista: All’improvviso la storia si fa triste… *Ride* Fujisawa: Mi stavo perdendo in questi pensieri quando ricevetti una telefonata dal signor della rivista K (Il redattore che lavorava per il maestro Fujisawa). Si presentò come K di Kodansha del settimanale Shonen Magazine. Io gli chiedi subito: “Vuole un manga?” *Ride*. Il primo lavoro per H.M. Mi venne retribuito 3500 Yen a pagina. Giornalista: Davvero? Pensavo peggio. Fujisawa: In seguito, ad ogni collaborazione, il prezzo aumentò. Fujisawa: Ogni volta che accettavano un lavoro, la redazione mi chiedeva: “Finora quanto hai preso?” E magari rispondevo: “5000 Yen” anche se in verità avevo percepito 3500 Yen. Quindi mi dicevano: “Le daremo 6000 Yen” Ride*. Così facendo, alla fine, arrivai a prendere più o meno quanto per lo Shonen Magazine. Giornalista: Ah sì? E bravo… Fujisawa: Ma “H. M.” Mi pagò sempre 3500 Yen, Ride* era divertente. Giornalista: Quando fu che ricevette la telefonata del signor K.? Fujisawa: C’era una ragazza che lavorava nella mia stessa rivista pubblicata da un’associazione. Lei incontrava spesso il signor K. . Al Signor K. Piacquero i miei disegni e mi contattò per darmi l’opportunità di diventare assistente di Tetsushi Adachi, il quale stava per iniziare una nuova serie. Io entrai al magazine come assistente e mostrai i miei lavori, ma mi fu detto: “Non va bene, gli occhi sono troppo piccoli”. Mi arrabbiai, e così nacquero gli occhioni di “Junjou Boy” *Ride*. In quanto assistente di Adachi, avevo occasione di incontrare il redattore, no? Gli mostravo sempre i miei di segni e pian piano… Giornalista: E poi arrivò il premio manga come nuovo talento, vero? Fujisawa: Esatto. “Yankee Manga” Scritti da “Yankee”!Giornalista: Questo Bad Company parla del periodo in cui la coppia Oni-Baku [Onizuka e Danma] frequenta le scuole medie. Ma come era lei ai tempi delle medie? Fujisawa: Ero un mezzo teppistello. Ossia un “ribelle alla moda”. Anche perché a quell’epoca era divertente. Giornalista: Allora indossava la giacca quella corta o quella lunga? Fujisawa: Già ai miei tempi, la giacca lunga era di moda, così indossavo quella che arrivava fino alle caviglie. Il retro della giacca aveva ricamato sopra un drago. Era l’epoca in cui esistevano ancora gli Uraban [Belletti appartenenti a bande di teppisti]. Giornalista: Allora il motivo per cui nacque Shonan Junai Gumi è questo… Fujisawa: Beh, si conoscevo bene gli usi degli Yankees, e intorno a me, ai tempi delle medie ce n’erano parecchi… Giornalista: Il maestro Fujisawa, per i ragazzi, ha disegnato Shonan Junai Gumi, vero? Fujisawa: Quando cominciai a disegnare Shonan Junai Gumi i teppisti erano ormai passati di moda, Così pensai di disegnare degli Yankees che vogliono smettere di fare i ribelli. Giornalista: Teppisti che non vogliono più essere ribelli, eh? *Ride* Fujisawa: Sì. Ma si tratta di teppisti fino in fondo, quindi non riescono a smettere di essere tali. *Ride* Partendo da questo un giorno pensai: “Come dev’essere un uomo?” e mostrai alle persone il mio carattere di un tempo… Alla fine ne uscì fuori Eikichi. Giornalista: Che ne dice di Bad Company? Fujisawa: Eikichi ha seguito un percorso che l’ha portato ad essere quello di adesso. Allora pensai: “Cosa succederebbe se disegnassi il passato di questo personaggio?” E così creai Bad Company. Questa storia raccogli anche l’ingenuità e l’allegria di un ragazzo delle scuole medie. *Ride* Giornalista: Quanto si affeziona ad i Personaggi?! Fujisawa: A me piace Ayumi. Per me Ayumi [Personaggio di Shonan Junai Gumi, la professoressa della quale Ryuji si innamora] è un personaggio che non cambierà mai, sarà per sempre così. Finché Ayumi sarà della compagnia, anch’ io mi sentirò di far parte della storia. *Ride* Mi piace abbastanza anche la Nagisa [Personaggio di Shonan Junai Gumi, la fidanzata di Ryuji] del secondo periodo. Non sa cucinare ma prepara tante volte il riso al curry che alla fine diventa l’unico piatto che sa fare. *Ride* Giornalista: Allora chi è che preferisce tra i personaggi maschili?! Fujisawa: Senza dubbio Saejima [Toshiyuki Saejima è un personaggio di Shonan Junai Gumi, insieme a Jun Kamata erano i Cani Rabbiosi di Kamakura, poi diventano amici degli Onibaku, che a causa del suo viso da Serial Killer sarà protagonista di tantissime vicende esilaranti]. Questo personaggio mi ha fatto divertire molto. Se solo ci penso sorrido. *Ride* Giornalista: Com’è Eikichi per lei? Fujisawa: Eikichi? È il personaggio più vivo. Racchiude in se anche la mia esperienza ed il mio modo di pensare. Fujisawa: Durante le riunioni, io penso spesso: “Che cosa farebbe Eikichi?” e mi viene in mente: “Forse ora lui farebbe una scoreggia o penserebbe a qualcosa di erotico, etc…”. *Ride* Giornalista: Allora non le capita di identificarsi totalmente con Eikichi? Fujisawa: No, sembra che l’esistenza di Eikichi sia quasi più intensa della mia. Giornalista: Lui cammina da solo? Fujisawa: Sì. cammina perfettamente da solo. *Ride* Giornalista: Allora che ne pensa di Ryuji? Fujisawa: Ryuji nella storia è l’osservatore, l’occhio. Ha il compito di raccontare di Eikichi. Per lui conta di più l’amore dell’ amicizia fra maschi. È un ragazzo molto semplice e diretto. In Bad Company l’ho fatto diventare completamente “Occhio”, ma c’è un mio amico che è proprio come lui. Questo amico ha ispirato il personaggio di Ryuji. Giornalista: Mi ha detto che Bad Company raccoglie certe sue vere esperienze. Ad esempio? Fujisawa: Uhm… La storia di una signorina che compra una rivista porno è vera. E poi a qualcuno è stata davvero regalata una moto. Solo che quella volta non era una moto a 400CC, ma un Monkey [Moto piccola, a 50CC, prodotta dalla Honda] *Ride*. È un’opera dettata dalla nostalgia. Forse preferisco Bad Company a Shonan Junai Gumi. |
Alcune illustrazioni del maestro sono raccolte all’interno di Amarimon, un artbook da lui realizzato.
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